Cannstatter Volksfest Stuttgart (3-4-5 ottobre)

Tre dei giorni più intensi ma allo stesso tempo "easy" e senza pensieri della mia vita.
Una specie di nuvoletta dorata che mi ha circondato per tre giorni.
Ho toccato il cielo con un dito e non volevo più tornare.
La città è meravigliosa e ha quel fascino un po' magico di un passato che non c'è più ma che è sempre presente nel ricordo e la festa della birra (nonostante questa bevanda mi faccia schifo) è molto particolare. Caciarona e alcolica quanto basta.
Un gigantesco luna park, il paese dei balocchi in terra. Dove tutto è lecito (anche se in realtà da bravi tedeschi chi fa dei grossi sgarri viene punito a suon di manganellate) e nulla è proibito.
Dove lasciarsi andare non è un problema anzi quasi un obbligo morale.
Il tutto coadiuvato da leccornie a dismisura e tanto divertimento.
Dove ho incontrato una persona che mi ha fatto sentire una principessa per un giorno e che anche se è finita male sono contenta così perchè ne valeva la pena. Una sensazione bellissima. Che mi è entrata dentro e non mi ha più lasciato. Anche se non so niente di lei e lei niente di me, ha trovato un modo stupendo di conquistarmi anche solo per quelle 24 ore. E voglio continuarla a vederla così nonsotante tutto con i miei occhi ingenui di sognatrice delusa dal mondo e dagli esseri umani.
Un giorno in cui ho visto la possibilità di non essere così da buttare e comunque interessante.
Un altro fatto positivo è stato il distacco (era ora) da Federico. O meglio il distacco da quella sensazione di disperazione che avevo ogni volta che non lo vedevo. Ora sono solo arrabbiata per non essermi accorta di certe cose e infantilità che sono parecchio evidenti. Ma non importa. L'importante è che è passato.
L'importante è che nel cuore mi rimarranno gelosamente custodite quelle emozioni intense e sensazioni di benessere provate in quei tre giorni.
Le terrò li per i momenti di maggior depressione.
Ora qualche fotina: