In questo momento di assoluto risentimento verso la categoria maschile.
Settimana prossima è la festa della donna (anche se dovrebberlo essere sempre) e il valore che per me ha questo giorno è il ricordarmi (come se ce ne fosse bisogno) di quanto siamo forti e lottatrici. Lottiamo dall'inizio dei tempi, lottiamo nel presente e lotteremo nel futuro.
Perchè PURTROPPO il mondo è degli uomini, checchè ne dicano. E noi dovremmo sempre spintonare per avere un posticino e urlare per farci sentire.
Anche se siamo mooooolto meglio di loro. Da tutti i punti di vista (anche se molti MASCHI avranno da ridire su questo).
Sono enormemente fiera del mio essere donna. Meglio aver ottenuto qualcosa lottando che tutto su un piatto d'argento. Ha molto più valore.
Di seguito una piccola nota da Wikipedia:
Un ramo di mimosa (Acacia dealbata), fiore che in molte culture è il simbolo della Festa della donna
L'origine della festività è controversa. Una possibilità è che la sua istituzione risalga al 1910 nel corso della II Conferenza dell'Internazionale Socialista svoltasi a Copenaghen nella Folkets Hus (Casa del popolo) chiamata poi "Ungdomshuset". Sarebbe di Clara Zetkin la proposta di dedicare questo giorno alle donne.
Alcune femministe italiane (Irene Giacobbe, Tilde Capomazza, Marisa Ombra) sostengono tuttavia che non c'è nessuna prova documentata a supportare questa ipotesi. Il movimento operaio e socialista di inizio secolo ha celebrato in date molto diverse giornate dedicate ai diritti delle donne e al suffragio femminile. L'unica data certa è l'8 marzo 1917 quando le operaie di Pietroburgo (Russia) manifestarono contro la guerra e la penuria di cibo (nell'ambito della rivoluzione di febbraio). Le autrici citate ipotizzano che per rendere più universale e meno caratterizzato politicamente il significato della ricorrenza, si preferì omettere il richiamo alla Rivoluzione russa ricollegandosi ad un episodio non reale, ma verosimile, della storia del movimento operaio degli Stati Uniti d'America (vedi a proposito la sezione successiva).
In Italia, nel secondo dopoguerra,la giornata internazionale della donna fu ripresa e rilanciata dall'UDI (Unione Donne Italiane) associando nel contempo alla data dell'8 marzo l'ormai tradizionale fiore della mimosa.
La leggenda della fabbrica Cotton
In Italia è molto diffusa una storia che fa risalire l'origine della festa ad un grave fatto di cronaca avvenuto negli Stati uniti. Questa storia fu elaborata dalla stampa comunista ai tempi della guerra fredda ma in Italia recentemente è stata riportata come la vera origine della festa della donna dai telegiornali creando così una "leggenda".
La versione "tradizionale" vuole che nel 1908 a New York, alcuni giorni prima dell'8 marzo, le operaie dell'industria tessile Cotton iniziarono a scioperare per protestare contro le condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero proseguì per diversi giorni finché l'8 marzo Mr. Johnson, il proprietario della fabbrica, bloccò tutte le vie di uscita. Poi allo stabilimento venne appiccato il fuoco (alcune fonti parlano di un incendio accidentale). Le 129 operaie prigioniere all'interno non ebbero scampo.
L'incendio avvenne nel 1911 (quindi dopo, e non prima della tradizionale data di nascita della festa, il 1910), a New York, nella Triangle Shirtwaist Company. Le lavoratrici non erano in sciopero, ma erano state protagoniste di una importante mobilitazione, durata quattro mesi, nel 1909. L'incendio, per quanto le condizioni di sicurezza del luogo di lavoro abbiano contribuito non poco al disastro, non fu doloso. Le vittime furono oltre 140, ma non furono tutte donne, anche se per il tipo di fabbrica erano la maggior parte. I proprietari della fabbrica si chiamavano Max Blanck e Isaac Harris, vennero prosciolti nel processo penale ma persero una causa civile.
8 marzo : storie miti riti della giornata internazionale della donna - Tilde Capomazza, Marisa Ombra - Roma : Utopia, 1987.
1. Vittorio Messori, Una "festa" inventata, tratto da Pensare